Segretario della Congregazione visita Portogallo.

fatima

Nel mese di agosto si è svolto il tradizionale pellegrinaggio a Fatima sul tema degli emigranti e rifugiati: il volto della Misericordia. Il Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, S.E. Mons. Angelo V. Zani, è stato invitato a presiederlo dall’'Arcivescovo della diocesi di Leiria-Fátima António Marto e dal Rettore del Santuario, Padre Carlos Cabecinhas.   

Nel Santuario il Segretario, dopo aver salutato i pellegrini ivi radunati, ha ricordato gli emigranti portoghesi sparsi in tutto il mondo che durante il periodo estivo tornano a casa con le loro famiglie, con un particolare accenno ai rifugiati in cerca di pace e libertà durante questo tempo di instabilità e di violenza diffusa nelle loro terre. Nel dare il benvenuto ha ricordato che come cristiani viviamo un anno particolare, proclamato da Papa Francesco come Giubileo straordinario della Misericordia.    

Il pellegrinaggio è un segno speciale dell'Anno Santo, perché rappresenta il cammino che ogni persona realizza nella propria esistenza. La vita umana – ha proseguito – è un pellegrinaggio e ciascun uomo è un pellegrino in cammino; pertanto, questo pellegrinaggio – ha ribadito - è anche un incentivo alla conversione, a lasciarsi abbracciare dalla misericordia di Dio all’impegno di essere misericordioso verso gli altri come il Padre, ad avere il coraggio di aprire gli occhi per vedere le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della loro dignità e di sentirsi chiamati ad ascoltare il loro grido di aiuto.

Nei giorni 12-13 agosto il Segretario ha presieduto due Messe. Egli ha nuovamente ricordato che tutti, in qualche modo, siamo emigranti, esuli e forestieri, bisognosi di trovare un luogo sicuro per sentirci a casa, accolti e amati. Nelle Sue omelie ha parlato sull’importanza di tre atteggiamenti di fronte a Dio: accogliere e custodire, contemplare, adorare e riparare. Accogliere la Parola di Dio e custodirla, vuol dire sforzarsi di difendere la fede in un Dio che ci ama immensamente e cammina con gli uomini; quanto alla contemplazione, diceva, in una cultura come la nostra, in cui si avverte la confusione delle idee su Dio (di cui non si vuole più parlare), sull’uomo e sul mondo, e la distorsione dei sentimenti e degli affetti più profondi della creatura umana, adorare profondamente aiuta ad aprire la mente e a risanare il cuore per comprendere bene il piano di Dio e amare Lui prima di ogni altra cosa, in risposta al suo amore; e infine il terzo insegnamento, che si ricava soprattutto dal messaggio di Fatima, è quello della riparazione. Riparare significa ricomporre qualcosa che si è infranto, si è rotto. Inoltre, ha concluso che “non si può venire a Fatima per cercare un po’ di gioia e di pace da vivere solo per se stessi. Il messaggio di questa apparizione proietta verso i fratelli e diventa scuola di carità e di servizio al prossimo. La forte esperienza di Dio che si fa in questo santuario diventa fonte di vita nella carità, fonte di spirito di servizio e di solidarietà”. 

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